G4 Semafori e uccelli

G 4 | Brawley-Blythe 140 km

Una storia triste

Gli automobilisti californiani sono un modello di correttezza e si fermano sempre col rosso. Ma sono i pedoni che, involontariamente, si gettano sotto le ruote dei loro Suv.
Vi spiego perché.

Da quando il governatore della California Arnold Schwarzenegger ha fatto del rispetto dell’ambiente una priorità, il numero degli uccelli che nidificano e prosperano anche nelle grandi città è aumentato.

Ora, si sa, gli uccelli pigolano da piccoli e cantano da grandi, o perlomeno ogni razza di pennuto ha un suo verso inconfondibile, che lo caratterizza e lo distingue senza fallo.
Quando si vuole attraversare un incrocio con semaforo, si preme il bottone apposito e si aspetta.

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Quando arriva il turno del pedone, sul lato opposto della strada compare sullo schermo una manona bianca. La manona bianca diventa rossa dopo 5 secondi e a quel punto comincia il countdown, cioè compare l’indicazione a scalare del tempo che resta per attraversare legalmente: dai 15 ai 30 secondi. E fin qua niente da dire, anzi.

Ma un gruppo di aquile che io ho ribattezzato A.A.A.A. (Associazione degli Amministratori Astuti d’America) deve aver deciso di attirare l’attenzione del pedone distratto, solleticando il suo udito con un festoso cinguettare d’uccelli. In altre parole, quando compare la manona bianca il palo del semaforo emette un rumore tale che sembra di essere in una voliera.

La cosa è ancora più viziosa, perché il cinguettio in questione cambia da città a città, addirittura da quartiere a quartiere: una volta sono le allodole, una volta gli usignoli, una volta i corvi, ecc.

Allora, immaginiamo la scena: la signora Smith, nonnetta di 107 anni, vispa e arzilla grazie ad una dieta di hamburger e tacos (di cibo parlerò fra qualche giorno ), preme il bottone per attraversare il viale e andare, come ogni mattina, da Starbucks a farsi il suo tradizionale caffè triplo in tazza media da mezzo litro.

In quel momento, sul palo del semaforo plana un avvoltoio che, dopo aver svuotato il bidone della spazzatura del Mcdonald, accusa fortissimi dolori di ventre, molla un peto formidabile e intona un canto di dolore.

La signora Smith scambia le note dell’avvoltoio per il via libera del semaforo, scende dal marciapiede e viene travolta da una corriera della Greyhound.

Morale della favola: cari amministratori, scegliete per favore il verso di un altro animale, di preferenza improbabile: ad esempio il barrito di un elefante, il ruggito di una tigre o di un leone, o ancora il bramito di un orso. E i cittadini sapranno finalmente quando attraversare in sicurezza.

Almeno fino a quando in città non arriverà il circo Orfei.