G52 Pubblicità progresso
[alert close=”no”]Percorso: G 52 Madison (FL) – High Springs (FL) 119 km[/alert]
Sarò breve, perché anche oggi è stata una giornata pesante sul piano fisico. I termometri che ho incontrato lungo la strada davano dai 90 ai 95 gradi Farenheit, cioè attorno ai 33 – 35 gradi e l’umidità accentua molto l’afa e la sensazione di pesantezza.
Anche se questo blog si trova nella rubrica sportiva de “La Stampa”, confesso che più che una pagina sportiva mi sembra di vivere un percorso di sopravvivenza, ma tant’è.
Ogni giorno, ridendo e scherzando, sto in giro una decina di ore, di cui sette-otto in sella. La media effettiva va raramente oltre le 11 miglia all’ora, anche in pianura, perché bisogna considerare i rallentamenti, i semafori, il carico e la fatica che si sta veramente facendo sentire.
E a proposito di fatica, chissà perché, comincio ad avere le visioni come Giovanna d’Arco, la cui statua dorata ricordo di aver visto in una piazza di New Orleans: solo che le mie sono visioni di Dorando Petri che crolla a un metro dall’arrivo!
Scherzi a parte, se alle ore di bici vera e propria si aggiungono le pause-benzinaio per un breve pranzo e rifornimento di liquidi freschi, si capisce come la giornata passi molto in fretta.
A proposito di liquidi, non mi stancherò di sottolineare l’importanza dell’idratazione quando si affronta una prova di questo genere, come del resto sanno i miei amici che si cimentano nelle maratone podistiche.
Ormai ci sono alcuni classici a cui ricorro regolarmente e di cui non esito a fare i nomi: dopotutto, la pubblicità è stata elevata a modello di vita in questo paese, dove, oltre ai prodotti normali, si reclamizzano anche studi d’avvocato, cliniche private e chiese!
Il primo prodotto è il Gatorade, o il suo clone concorrente Powerade, in bottiglia o in polvere. Non me ne sono ancora stancato e se non ho mai avuto crampi, è probabile che sia in parte merito loro.
Poi c’è il mitico Frappuccino della Starbucks, la multinazionale del caffè più o meno all’italiana, che ha inventato alcuni prodotti nuovi a base di caffè, fra cui appunto questo. Se volessi essere cattivo, direi che è un caffellatte freddo in bottiglia, ma resta il fatto che è buono, dà una sferzatina d’energia al ciclista stanco e si trova già pronto in quasi tutti i negozi.
Poi c’è il V8. Una volta era una spremuta di verdure, adesso ci hanno aggiunto la frutta e il risultato è delizioso, oltre che rinfrescante.
A volte mi ricordo di comperare una bottiglia di acqua, ma quella frizzante praticamente non esiste, poi noto con disappunto che quella liscia costa più della Coca o della Pepsi, non è mai offerta dai distributori di bevande sfuse nei locali per fast food e, per di più, quando la si trova in bottiglia è acqua distillata, quella che noi usiamo nel ferro da stiro, per capirci.
Da quando è arrivato il gran caldo, una via d’uscita interessante è stata quella di riempire le borracce a metà con ghiaccio, visto che da qualsiasi parte si trovano le macchine che distribuiscono bevande gassate che lo sparano in cubetti bell’e pronti.
Resta da rispondere alla domanda più importante, quella che in molti si pongono, ma che pochi hanno il coraggio di farmi: “Si può stare in sella due mesi senza usare la Pasta di Fissan?“
La risposta, come spesso succede, è sì e no, ma se si sceglie la prima, bisogna anche scegliere il tipo di sedere con cui ci si vuole presentare all’arrivo in spiaggia sull’Atlantico.
Le opzioni sono:
1 – babbuino dello zoo di San Diego
2 – Scimmia urlatrice dello zoo di El Paso (urlerei anch’io se fossi ridotto così)
3 – Orangotango di Sumatra dello zoo di Dallas
4 – Bonobo (o scimpanzé nano) dello zoo di Miami.
Ma vorrei chiudere accogliendo con piacere la proposta di Arbaio di dare un nome alla bicicletta.
Effettivamente, quello che è successo alla partenza, sulla spiaggia di San Diego, è il primo caso di un battesimo che si è concluso senza che fosse deciso il nome. Mandatemi dunque i vostri suggerimenti, sul blog o all’indirizzo di posta elettronica (emilio.dalmonte@gmail.com) perché si avvicina il giorno del secondo battesimo, stavolta nell’Atlantico.
Ormai l’arrivo a Saint Augustine è previsto per domenica, a meno di imprevisti e la cerimonia si farà domenica o lunedì.
Una volta si diceva “alla presenza delle autorità”.
In questo caso sarà alla presenza di nessuno, salvo quattro abitanti a spasso col cane, che una volta ogni tanto vedono un matto vestito a colori che chiede loro di scattare una fotografia mentre lui fa il bagno con la bicicletta nell’oceano: ancora si chiedono il perché.
Ma stavolta un nome bisogna pur darglielo a questa bicicletta color caffellatte con cui vivo da due mesi, letteralmente per 24 ore al giorno, visto che nei motel te la lasciano mettere in camera.
Per di più, posso dire che su questa bici, e più precisamente su questa impareggiabile sella di cuoio Brooks, mi sono fatto un… così.
Ma in qualche raro caso la pubblicità serve.
Difatti, la pasta di Fissan è la prima cosa che ho messo in valigia.