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Una cura per l’insonnia?

Cosa hanno in comune matematici, linguisti e ortopedici? Le pecore.
Vediamo perché.

Secondo le stime più recenti, nel Regno Unito ci sono circa 36 milioni di pecore e 63 milioni di abitanti, vale a dire circa una pecora e tre quarti per abitante. Se però consideriamo che l’80% della popolazione britannica vive in zone urbane, dove le pecore compaiono solo sotto forma di costolette o cosciotti, l’ordine di grandezza effettivo è di tre pecore per ogni abitante.

Un dodicimilionesimo del patrimonio ovino

Un dodicimilionesimo del patrimonio ovino

Non è una grande scoperta, anzi, girando per la Britannia in bicicletta uno ha l’impressione che le pecore al pascolo siano ancor più numerose, tante e tali sono le greggi che punteggiano le infinite colline di ogni regione di questo paese, e contribuiscono, assieme a piogge abbondanti, a fertilizzare gratis milioni di ettari di terreno. Mucche e cavalli fanno il lavoro di complemento.

Pink Floyd - Atom Heart Mother - B side

Pink Floyd – Atom Heart Mother – 1970

Il numero di 36 milioni di capi è il risultato di un conteggio molto accurato, un vero e proprio censimento, che ha coinvolto tutti i pastori, o allevatori che dir si voglia, del regno.
Durante la tappa di ieri, mi sono fermato sul lato della strada a parlare con uno di questi allevatori dello Yorkshire, che stava trasferendo un certo numero di animali su un nuovo pascolo. Sarà che non aveva fretta, sarà che non gli capita spesso di parlare del suo lavoro, insomma, siamo rimasti a chiacchierare per una ventina di minuti. Mi ha raccontato che questa è la stagione in cui si svezzano gli agnelli, si è lamentato del tempo, dei costi del mangime e dell’insilamento del fieno. Poi ha cominciato a contare gli animali che uscivano dal camioncino. Ed è a quel punto che le mie orecchie da linguista si sono rizzate, nel sentire una specie di filastrocca, che suonava più o meno così: Yan, Tyan, Tethera, Methera… Ma che razza di lingua era?

Transumanza

Transumanza

Mi ha spiegato, ridendo, che la cosa più importante per un allevatore è di sapere con precisione quanti animali possiede e quello è il modo tradizionale di contare le pecore, che lui ha imparato da suo padre e che usa al mercato, ma che purtroppo suo figlio ha ormai abbandonato in favore del metodo inglese “moderno”. Sempre più perplesso, ho cercato di capirne di più, ma non sono andato oltre la rivelazione che ogni vallata ha una sua versione particolare di questa “contabilità” animale. E lui conosce quella di Kirkby Lonsdale.

Studiando un po’ la questione, sono arrivato ad una scoperta per me stupefacente.
Risulta, infatti, che esiste tuttora un sistema di numerazione usato per contare le pecore (e i punti del lavoro a maglia) che risale nientemeno che alla cosiddetta lingua “britonica” (celtica) ancestrale, che ha dato origine, inter alia, alle lingue parlate in Cornovaglia, Bretagna, Galles e Cumbria. Il sistema è perlomeno curioso.

Kirkby Lonsdale

Kirkby Lonsdale

Intanto è basato su una serie di rime, che comprendono gruppi di due numeri alla volta. Perciò, nella contabilità dei pastori di Kirkby Lonsdale succede questo:
Uno fa rima con due : Yaan – Tyaan
Tre fa rima con quattro : Taed’ere – Maed’ere
Sei fa rima con sette: Haites – Saites
Otto fa rima con nove: Haoves – Daoves
Cinque (Mimp) e dieci (Dik) sono a parte.

Traducendo la numerazione in italiano da undici fino a venti, il risultato sarebbe:
Uno dieci
Due dieci
Tre dieci
Quattro dieci
Quindici
Uno quindici
Due quindici
Tre quindici
Quattro quindici
Venti

Yorkshire Dales. Base di muro

Yorkshire Dales. Base di muro

Riassumendo, è un sistema basato sul numero 20 (e sul numero cinque), ma a differenza di tanti altri casi del genere già noti nell’antichità, non conosce nessun termine per indicare quantità superiori a 20. Quindi, se si deve contare un gran numero di pecore, il sistema funziona sommando il numero di volte che si arriva a contare venti capi.

E come si fa a non dimenticare quante volte si è contato fino a venti?
Si usano le dita di una mano, dove le dita assumono un diverso valore a seconda della loro posizione:
Dito in estensione = 2
Dito piegato ad angolo retto = 1
Dito “chiuso” = 0

Yaan - Tyaan

Yaan – Tyaan

Evidentemente, a forza di stare sui pascoli per secoli, i pastori britannici hanno avuto tutto il tempo di mettere a punto un sistema assolutamente infernale, che, però permette, così dicono, di contare fino a 399 pecore con due mani!

Unica controindicazione: mai usare il sistema celtico della conta delle pecore in caso di insonnia: finisce che si sta svegli, perché se si rilassa un dito crolla tutto il calcolo!

Dimenticavo. E gli ortopedici cosa c’entrano con tutti questi calcoli?
A prima vista non molto, ma in realtà svolgono un ruolo assolutamente fondamentale.

Provate voi a contare le pecore di un gregge con un dito rotto. O con l’artrite!

Guerriero danese ferito (ricostruzione)

Guerriero danese ferito (ricostruzione)

Ps : Qualche secolo di scorrerie e di dominio vichingo non ha contribuito alla logicità del sistema numerico vigesimale, anzi. Basti pensare che se un danese di oggi vuole esprimere, ad esempio, la cifra 57 (tra l’altro, anno di nascita di un mio amico carissimo), è obbligato a scrivere: sette più due e mezzo moltiplicato venti. Povere pecore danesi!