Genitori adottivi cercasi
La California, presa individualmente, sarebbe l’ottava potanza mondiale. Peccato non abbia più un soldo in cassa. Gli altri stati dell’Unione la seguono a ruota. Stante la profonda avversione del cittadino americano a dare (più) soldi allo stato per finanziare i servizi, la soluzione obbligata sta nel tagliare il più possibile le spese, o nel non generarne di nuove.
Tanto per cambiare, sono stati i cartelli stradali a farmi scoprire un fenomeno curioso. Regolarmente, infatti, vedevo ai lati delle strade, grandi o piccole che fossero, dei pannelli di diverse forme e colori con un unico messaggio inquietante: available for adoption, letteralmente “disponibile per adozione”.
D’accordo che in questo paese, e non solo, la pubblicità è l’anima del commercio, ma questo mi sembrava troppo: erano forse persone che offrivano la disponibilità ad ampliare il loro nucleo familiare? O era piuttosto un orfanotrofio che si faceva pubblicità, o ancora qualche studio di avvocati senza scrupoli in cerca di affari? Per fortuna, niente di tutto questo: i bambini non c’entrano assolutamente nulla.
Sapevo di un sito che propone di adottare un animale e offre un vastissimo campionario che comprende inter alia cervi, alligatori, elefanti, coccodrilli, somari, dugonghi, gorilla, squali, oche, orsi, alci e leoni di mare. In ogni caso, una forma vivente. Ma nemmeno questa era la soluzione.
In realtà, gli americani sono riusciti ad andare oltre il confine della vita: qua si può adottare un pezzo di strada! Il sistema funziona così: i bordi delle strade sono pieni di schifezze, gli operai del comune costano, quelli della contea pure. I lavori socialmente utili (quelli fatti da squadre di 6, di cui uno lavora e gli altri cinque guardano e discutono con gli spettatori pensionati che criticano) non sono un’opzione valida per una amministrazione “leggera” dello stato. E così si appalta per due miglia la pulizia di strade, fossi ed eventuali corsie di emergenza a dei volontari. In cambio di cosa? Della possibilità per costoro di usare gli stessi pannelli per farsi pubblicità, cosa altrimenti vietata lungo gli assi stradali.
Ho raccolto due esempi fra tanti di felice connubio pubblico-privato. Il “Magnolia 4 H Club” è un’associazione goliardica dell’università di Berkeley: per un anno le matricole svolgono a turno questa simpatica corvè prima di poter accedere al Club. La famiglia di Ned Hyduke (pronuncia “Haiduk”) è originaria di Spalato (questa è riservata agli amanti del calcio) e usa l’adozione come metodo di insegnamento: ogni volta che uno dei figli prende un’insufficienza a scuola, va a pulire. Così impara. A giudicare dallo stato pietoso delle due miglia adottate, i figli di Ned Hyduke sono dei geni.
Ps: Per rispondere a qualche commento sul post di ieri, ho verificato che gli orsi, come i cervi, bramiscono. Gli orsi che raccontano barzellette, infatti, sono Bramieri.
(Per capire questa occorre avere almeno 40 anni)